cardiopatie congenite

Dalle Società italiana di neonatologia (Sin) e Cardiologia Pediatrica e delle Cardiopatie Congenite (Sicp) emergono importanti informazioni sulle cardiopatie congenite. Infatti, in Italia, circa un neonato ogni 100 è affetto da tale patologia, definita come una malformazione semplice o complessa che interessa l’apparato cardiovascolare.

La SIN e la SICP, in occasione della Giornata Mondiale delle cardiopatie congenite, che ricorre oggi 14 Febbraio, hanno fornito informazioni utili volte ad adottare un corretto percorso di prevenzione, diagnosi e cura di tali patologie.

Neonatologi ed Esperti in cardiologia pediatrica, hanno introdotto tra i fattori in grado di prevenire e ridurre il rischio di comparsa di malformazioni congenite, l’adozione di stili di vita appropriati (evitare alcool, fumo e alcuni farmaci) durante l’intera gravidanza, la dieta ricca di acido folico e  la vaccinazione contro le principali malattie infettive a rischio teratogeno.

Cardiopatie congenite: la diagnosi

 In tale ambito, assume particolare importanza la diagnosi prenatale, capace di definire correttamente il difetto cardiaco congenito. Se l’ecografia prenatale afferma il sospetto di cardiopatia congenita critica, diviene opportuno pianificare il parto in Centri forniti di cardiologia pediatrica, terapia intensiva cardiologica e cardiochirurgia pediatrica. In alcune circostanze può essere proposta l’induzione del parto o il parto con taglio cesareo.

Nei casi in cui la diagnosi non è nota, nelle prime 48-72 ore di vita, è possibile diagnosticare cardiopatie congenite attraverso una precisa anamnesi ostetrica (infezioni, diabete, farmaci) ed un accurato esame clinico del neonato. Tra i  sintomi che possono ricondurre alla diagnosi di cardiopatie congenite troviamo: pallore, cianosi, respiro veloce e difficoltoso, ritmo cardiaco accelerato e presenza di soffi cardiaci.

L’ecocardiografia consente la diagnosi finale di tale patologia, in quanto capace di identificare dettagliatamente il tipo di anomalia presente e di definire le opzioni di trattamento. L’esame, non rientrando tra i controlli di routine, viene richiesto dal medico solo in situazioni di sospetto allo sviluppo di anomalie cardiache.